Valentina Cingano – Magistrato ordinario – (valentina.cingano@giustizia.it)
SOMMARIO
1. Introduzione e delimitazione del campo di indagine.
2. La rilevanza eziologica del fattore naturale.
3. Concausa naturale e inapplicabilità dell’art. 2055 c.c.
4. Concausa naturale e art. 41 c.p.: l’interruzione del nesso eziologico.
5. La tesi (minoritaria) sul frazionamento della causalità materiale.
6. L’incidenza della concausa naturale sul danno-conseguenza.
6.1. (Segue) e sull’accertamento della causalità giuridica.
6.2. (Segue) e sulla quantificazione dei danni.
7. Conclusioni.
1. Introduzione e delimitazione del campo di indagine
La responsabilità (civile) del tecnico per la gestione di un rischio naturale può derivare da un suo comportamento antecedente o concomitante o successivo al concretizzarsi del rischio ed al verificarsi del danno.
Si pensi (quanto ai comportamenti antecedenti) ad un difetto di costruzione, di progettazione o di manutenzione di un manufatto, che venga successivamente a crollare per effetto di eventi naturali, oppure ad un intervento realizzato sul territorio all’esito del quale si determini un evento franoso o di allagamento. O, ancora, ad una indagine (tecnica) preventiva sull’analisi di pericolo, che poi risulti non corretta (perché il fenomeno naturale si manifesta in modo più aggressivo di quello previsto, oppure con intensità significativamente inferiore), con la conseguenza che la stessa errata previsione concorre a determinare i danni (anche con riferimento al normale sviluppo delle attività economiche)…