Marco Di Lullo – La nozione e la disciplina (pubblicistica) dei “rifiuti”: beni da valorizzare?

Marco Di Lullo – Dottore di ricerca in diritto amministrativo, “Sapienza” Università di Roma – (avvmarcodilullo@gmail.com)

SOMMARIO

1. Premessa.
2. La normativa sui rifiuti e la sua evoluzione.
3. La disciplina vigente in materia di rifiuti.
3.1. La definizione di «rifiuto».
3.2. La nozione di sottoprodotto come “non rifiuto”.
3.3. La cessazione della qualifica di rifiuto (c.d. end of waste) nella prospettiva della c.d. economia circolare. Le questioni aperte.
4. La qualificazione giuridica del rifiuto.
5. Il regime pubblicistico dei rifiuti.
5.1. La disciplina della gestione.
5.2. La gestione dei rifiuti urbani…
5.3. … e dei rifiuti speciali.
6. Considerazioni conclusive.

Il lavoro ripercorre lo sviluppo della disciplina concernente la gestione dei rifiuti e in particolare si sofferma su quella attualmente vigente a livello comunitario e nazionale.
In particolare, il rifiuto viene ad essere considerato non più come uno scarto da smaltire ma, nella logica dell’economia circolare introdotta dalle direttive comunitarie che hanno modificato la normativa nazionale, anche come una risorsa da utilizzare, da reinserire nel ciclo produttivo.
Pertanto, i rifiuti possono divenire una risorsa economica ed è quindi lecito domandarsi se siano qualificabili come beni in senso giuridico.
L’Autore quindi analizza la disciplina speciale relativa a tali “beni” per mettere in risalto le peculiarità del relativo regime giuridico, di stampo prettamente “pubblicistico”.


The work retraces the development of the regulations on waste management and focuses in particular on those currently in force at an EU and national level. In particular, waste is no longer considered as refuse to be disposed of but – in the logic of the circular economy introduced by EU directives that have modified national legislation – also as a resource to be exploited, to be reintegrated into the production cycle. Therefore, as waste can become an economic resource, it is legitimate to ask whether it can be qualified as goods in the legal sense.
The Author then analyses the special regulations concerning these ‘goods’ in order to highlight the peculiarities of the relative juridical regime, which is entirely one of public law.

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