Pier Giorgio Visconti – Affinità e interferenze tra poteri speciali e diritto societario

Pier Giorgio Visconti – Dottore Magistrale in Giurisprudenza, Università degli Studi Roma Tre di Roma -(pie.visconti@stud.uniroma3.it)

SOMMARIO

1. Introduzione.
2. Problemi interpretativi: golden power e nozione di partecipazione societaria.
2.1. Estensione della nozione di partecipazione.
2.2. Nozione di partecipazione e strumenti finanziari partecipativi.
2.3. Azioni a voto plurimo e strumenti finanziari convertibili: una loro possibile valorizzazione nel concetto di partecipazione.
2.4. Diritto di voto ed effettiva partecipazione sociale.
3. Profili di criticità nel rapporto tra diritto societario ed esercizio dei poteri speciali: la rilevanza temporale del momento della notifica di acquisto del controllo.
3.1. La contendibilità e il mercato del controllo: l’approccio del legislatore alle altre misure di limitazione degli investimenti esteri.
3.2. La dottrina americana e la posizione delle Corti statali.
3.3. La Direttiva Opa e la parziale armonizzazione europea.
3.4. L’evoluzione dell’approccio italiano alla contendibilità e al mercato del controllo.
4. Opa, misure difensive e golden power: lo spazio per la contendibilità.
5. Diritto di recesso ex art. 2473 c.c. e il mancato disinvestimento azionario.

Nel presente lavoro si intende concentrare l’attenzione sulle questioni di carattere più propriamente interpretativo poste dalla lettura della disciplina italiana del golden power, anche e soprattutto alla luce dei principi e delle regole dell’ordinamento societario nel quale detta disciplina è destinata ad operare. Se, infatti, è vero che, nel tempo, la disciplina nazionale dei poteri speciali, inizialmente pensata dal Legislatore quale parte integrante del diritto societario, si è resa da esso progressivamente autonoma e ha assunto una connotazione propriamente pubblicistica, è altrettanto vero che, pure nella sua rinnovata veste, la stessa disciplina continua ad incidere sulla organizzazione e sulle vicende di imprese organizzate in forma societaria e, quindi, impone all’interprete uno sforzo di armonizzazione con le regole e con i principi da cui tale organizzazione e tali vicende sono rette.


This paper is intended to analyze the more properly interpretative questions posed by the reading of the Italian discipline of golden power, also and above all in light of the principles and rules of the corporate system in which said discipline is intended to operate. If, in fact, it is true that, over time, the national discipline of golden powers, initially conceived by the Legislator as an integral part of corporate law, has become progressively autonomous from it and has assumed a properly publicist connotation, it is equally true that, even in its renewed guise, the same discipline continues to affect the organization and events of companies organized in corporate form and, therefore, imposes on the interpreter an effort of harmonization with the rules and principles by which such organization and such events are governed.

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