Pietro Stefano Maglione – L’“apertura” dei dati come servizio pubblico: spunti ricostruttivi alla luce della nuova disciplina
sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico

Pietro Stefano Maglione – Dottorando di ricerca in Diritto amministrativo, Università degli Studi di Catania – (pietro.maglione@phd.unict.it)

SOMMARIO

1. Per introdurre: l’informazione pubblica come oggetto di attività non autoritative.
2. Le nuove infrastrutture digitali pubbliche per i dati: la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) per l’interoperabilità del patrimonio informativo pubblico.
2.1 (Segue) Il “modello cloud della P.A.” e il nuovo Polo Strategico Nazionale (PSN): la “grande migrazione” del patrimonio informativo pubblico.
3. I “dati aperti” pubblici oltre la (logica della) trasparenza amministrativa.
4. I dati come “beni” di servizio pubblico e i portali pubblici online come canali di “erogazione”.
5. Il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico e il servizio pubblico di “fornitura” dei dati – 6. La “fornitura” dei dati alle imprese e i dati dinamici e ad alto valore.
7. Per concludere: la riutilizzabilità dei dati come servizio pubblico, tra sussidiarietà “collaborativa” e intervento pubblico “promozionale” nell’economia.

L’informazione del settore pubblico rappresenta una risorsa fondamentale, anche economica, per la società e le imprese. Le politiche “open data” e la disciplina sul riutilizzo dell’informazione pubblica, oggetto di revisione con la nuova direttiva (UE) n. 2019/1024 (recepita con il d.lgs. n. 200/2021), postulano una serie di attività dirette a fornire ai privati, con modalità tendenzialmente non autoritative, utilità informative di vario tipo, richiamando lo schema “classico” del servizio pubblico. Si tratta di un servizio digitale, in quanto (necessariamente) “erogato” tramite TIC, che ha appunto ad oggetto il “bene collettivo” dell’informazione pubblica, sottoposto ad un particolare regime pubblicistico che ne impone la diffusione e la riutilizzabilità da parte di tutti i privati interessati, per finalità anche commerciali. Tale servizio, che è “pubblico” sia in quanto rivolto alla collettività per il soddisfacimento di interessi generali “assunti” in sede legislativa, sia in quanto assicurato da soggetti pubblici (o riconducibili all’organizzazione pubblica complessivamente intesa), rappresenta al contempo una peculiare forma di intervento pubblico nell’economia di carattere promozionale, finalizzato a sostenere l’offerta di mercato di servizi, soprattutto digitali, e più in generale le attività produttive ad alta intensità di dati.


Public sector information is a significant resource, including an economic one, for society and businesses. The open data policies and the legislation on the reuse of public information, reformed by the new directive (EU) no. 2019/1024 (transposed by Legislative Decree no. 200/2021), involve a series of activities aimed at providing citizens and businesses with information of several nature, thus recalling the “classic” scheme of public service. It is a digital service, as (necessarily) provided through ICT, based on the “common goods” of the public sector data, subject to a specific statute of public law which requires their dissemination and reusability by of all interested categories, for commercial purposes as well. This service, which is “public” both because it is aimed at the community for the satisfaction of general interests “assumed” in the legislative context, and because it is delivered by public bodies (or entities related to the administrative organization as a whole), is at the same time a peculiar method of public intervention in the economy of a “promotional” nature whose purpose is to support the market offer of services, especially digital ones, and more generally data-intensive industries.

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