Alessandro Paire – Gli indennizzi per i danni cagionati dalla fauna selvatica alla produzione agricola
nell’ambito del sistema sugli aiuti di Stato. Luci e ombre di un dialogo tra formanti interni e il diritto UE

Alessandro Paire – Avvocato, Dottore di ricerca in Diritto Pubblico – Università di Torino – (alessandro.paire@gpavvocati.it)

SOMMARIO

1. Introduzione.
2. Il rapporto tra il fondo ex art. 26, l. 11 febbraio 1992, n. 157, e gli aiuti di Stato.
3. (Segue). Le recenti indicazioni del Consiglio di Stato.
4. Il “dogma” della qualificazione del fondo di indennizzo. Alcuni spunti di riflessione.
5. Considerazioni conclusive.

Lo studio intende affrontare criticamente il tema degli indennizzi dei danni cagionati dalla fauna selvatica alla produzione agricola previsti dall’ordinamento italiano nell’ambito del sistema degli aiuti di Stato di matrice eurounitaria. La questione relativa al rapporto intercorrente tra il fondo ex art. 26 della l. 11 febbraio 1992, n. 157, e la disciplina UE costituisce oggetto di analisi approfondita attingendo alla normativa eurounitaria, così come interpretata dalle istituzioni UE, e alla giurisprudenza nazionale, con particolare attenzione alle indicazioni rese dal Consiglio di Stato. L’analisi rappresenta un’occasione di riflessione sulla scelta dell’UE di ricondurre il fondo con finalità solidaristica al novero dei “favori” idonei a falsare o minacciare di falsare la concorrenza. All’esito dell’indagine condotta emerge un quadro sistematico articolato e complesso caratterizzato da un Governo centrale finalmente artefice di una politica nazionale volta a superare il regime de minimis per assicurare ai cittadini danneggiati un ristoro il più possibile soddisfacente.


The study aims to critically address the issue of compensation for damage caused by wildlife to agricultural production under the Italian system of State aid in the European Union. The issue concerning the relationship between the fund under Article 26 of Law No 157 of 11 February 1992 and the EU rules is the subject of in-depth analysis, drawing on the EU legislation as interpreted by EU institutions, and on national case law, with particular attention to the indications given by the State Council. The analysis represents an opportunity to reflect on the EU’s choice to bring the fund back to the list of ‘favours’ capable of distorting or threatening to distort competition. The outcome of the investigation carried out reveals a systematic and complex picture characterised by a central government that has finally created a national policy designed to overcome the de minimis regime in order to ensure the most satisfactory possible compensation for affected citizens.

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