Elisabetta Romani – La regolazione del lobbying e il potere di vigilanza di ANAC

Elisabetta Romani – Dottoranda di ricerca in Diritto amministrativo, Università degli Studi di Milano
– ( elisabetta.romani@unimi.it )

SOMMARIO

1. L’interesse pubblico e l’attività di lobbying: la necessità di addivenire ad una regolamentazione.
2. L’esperienza dell’Unione europea: il Registro unico per la trasparenza.
3. La difficoltà di pervenire ad una definizione del fenomeno lobbistico.
4. L’opportunità di introdurre un registro obbligatorio dei lobbisti e l’attività di vigilanza di ANAC. Il regolamento ANAC del 14 febbraio 2019 e l’istituzione dell’Agenda pubblica degli incontri.
5. Il controllo sui finanziamenti e il ruolo svolto da ANAC.
6. L’accesso agli atti e le linee guida vincolanti come possibile fonte di regolamentazione.
7. Riflessioni conclusive.

Nel nostro ordinamento, tradizionalmente fondato sulla prevalenza dell’interesse pubblico, si è registrata la tendenza ad attribuire crescente rilevanza agli interessi di cui sono portatori i privati, dovendosi pertanto pervenire ad un bilanciamento tra questi ultimi e l’interesse pubblico, al cui soddisfacimento è preposta sia l’attività amministrativa sia l’attività politica.
In questo ambito si collocano le lobbies, centri di imputazione che esprimono gli interessi di una determinata categoria e che tentano di influenzare le decisioni politiche e amministrative, così partecipando al processo decisionale. In Italia il fenomeno delle lobbies è rimasto in una zona grigia: infatti, il tendenziale sfavore nei confronti di detti gruppi di interesse ha comportato l’assenza di una regolamentazione, lasciando il lobbying fuori dal mondo giuridico.
Sulla scorta dei modelli elaborati dall’Unione europea, si sono ormai rese necessarie l’adozione di una disciplina e, nell’ottica della prevenzione alla corruzione, l’attribuzione di un potere di controllo in capo ad un’autorità a ciò preposta, quale l’Autorità Nazionale Anticorruzione.


In our legal system, traditionally based on the prevalence of the public interest, there has been a tendency to attribute increasing relevance to the interests brought by private individuals, therefore having to achieve a balance between the latter and the public interest, the satisfaction of which is the responsibility of both administrative and political activity.
Lobbies are found in this context, hubs of imputation which express the interests of a given category and which attempt to influence political and administrative decisions, thus participating in the decision-making process. In Italy the phenomenon of lobbies has remained in a grey area: in fact, the general bad light in which these interest groups are seen has led to the absence of regulation, leaving lobbying out of the legal world.
On the basis of the models developed by the European Union, the adoption of a discipline and, with a view to preventing corruption, the attribution of a power of control to an authority in charge of this, such as the National Anti-Corruption Authority, have become necessary.

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