Alessandro Paire – Appunti sul rapporto tra diritto e tecnica: il caso della giurisdizione sulle acque
a cento anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo luogotenenziale 20 novembre 1916, n. 1664,
istitutivo del Tribunale delle Acque Pubbliche. Un «modello» (forse) da riscoprire?

Alessandro Paire – Dottore di ricerca in diritto pubblico nell’Università di Torino;
avvocato – (alessandro.paire@gpavvocati.it)

SOMMARIO

1. Premessa.
2. La giurisdizione sulle acque a cento anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo luogotenenziale 20 novembre 1916, n. 1664, istitutivo del Tribunale delle Acque Pubbliche.
3. Il sindacato sulla discrezionalità tecnica. Alcuni rilievi «deferenti» del TSAP.
4. Spunti conclusivi.

Il lavoro affronta il complesso rapporto tra diritto e tecnica soffermandosi sulla giurisdizione sulle acque a cento anni dall’entrata in vigore del decreto legislativo luogotenenziale 20 novembre 1916, n. 1664, istitutivo del Tribunale delle Acque Pubbliche. Prendendo le mosse dai numerosi tentativi di riforma del plesso TRAP – TSAP ciclicamente avviati dal legislatore, l’Autore analizza il sindacato condotto dal Giudice delle Acque sugli atti amministrativi e, dunque, la giurisprudenza del Tribunale Superiore a c.d. cognizione diretta ex art. 143 del RD 1775/1933, dedicando particolare attenzione ai provvedimenti frutto di discrezionalità tecnica. Lo studio si conclude con una valutazione «critica» del modello giurisdizionale esaminato, ma comunque ampiamente positiva, anche in una visione eurounitaria, mettendo in rilievo tratti di originalità talvolta ancora oggi insuperati nel complesso rapporto tra giudici e tecnici.


The work deals with the complex relationship between law and technique, settling on the jurisdiction on water, 100 years after the introduction of the lieutenant’s legislative decree of 20 November 1916, No. 1664, establishing the Tribunale delle Acque Pubbliche (‘Tribunal of Public Waters’). Drawing on the numerous reforms of the TRAP – TSAP plexus, set up cyclically by the legislator, the Author analyses the syndicate carried out by the ‘Judge of the Waters’ on the administrative acts and, hence, the jurisprudence of the Higher Tribunal in so-called ‘direct cognition’, ex art. 143 of RD 1775/1933, dedicating particular attention to the provisions arising from technical discretionality. The study concludes with a ‘critical’ – albeit broadly positive – evaluation of the jurisdictional model in question, also from the stance of a united Europe, highlighting aspects of originality, some of which unsurpassed to this day in the complex relationship between judges and technicians.

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