Irene Abondio – Le nuove prospettive della gestione dei rifiuti in Italia
tra “fattore di pressione” e art. 14 del Patto mondiale per l’ambiente

Irene Abondio – Dottoressa in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Brescia – (ireneabondio@gmail.com)

SOMMARIO

1. Introduzione.
2. Cenni al progetto di Patto mondiale per l’ambiente.
3. Verso un Patto mondiale per l’ambiente: i principi guida.
4. Il ruolo degli “attori non statali” e degli enti sub-statali: l’art. 14 del Patto.
5. L’annosa questione del riparto delle competenze per la tutela dell’ambiente nell’ordito costituzionale italiano: il caso della localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti.
6. Cenni alla programmazione del territorio a tutela dell’ambiente: il Piano Regionale di Gestione dei rifiuti di Regione Lombardia.
7. Il percorso di istituzione del “fattore di pressione”.
8. Il fattore di pressione: un principio illegittimo o un intervento tutelativo per il territorio? Il “cambio di passo” tra la sentenza n. 108/2016 del T.A.R. Milano e la pronuncia n. 5340/2016 del Consiglio di Stato.
9. Libero mercato ed ambiente: quando l’interesse ambientale supera quello economico. Vincolo o risorsa?
10. Conclusioni: l’indice di pressione alla prova dell’art. 14 del Patto mondiale per l’ambiente.

Il lavoro analizza criticamente gli ipotetici effetti che si potrebbero registrare nell’ambito della materia ambientale, laddove il Patto mondiale per l’ambiente, potenzialmente il primo atto internazionale cogente in tale settore, venisse approvato. In particolare, viene approfondito quanto disciplinato dall’art. 14 del Patto che sancisce l’essenziale ruolo degli attori non statali e delle entità subnazionali nell’attuazione dei prìncipi espressi (prevenzione, precauzione, sviluppo sostenibile e principio di non regressione in primis), conferendo loro uno specifico «ruolo vitale nella protezione dell’ambiente».
L’analisi prosegue infine focalizzandosi sul “fattore di pressione”, un criterio localizzativo escludente dei territori in cui collocare gli impianti di smaltimento dei rifiuti, la cui approvazione è stata contestata in quanto non rientrante nell’alveo delle competenze regionali. L’approvazione del Patto mondiale e, in particolare, dell’art. 14, come si vedrà, potrebbe porre fine a questa dicotomia ancora irrisolta.


This work critically analyses the hypothetical effects that could be observed within the context of environmental matters if the Global Pact for the Environment, potentially the first international mandatory act in this sector, was approved. In particular, it considers the provisions of art. 14 of the Global Pact, which establish the essential role of non-state actors and sub-national entities in the implementation of the principles expressed (prevention, precaution, sustainable development and the principle of non-regression in primis), giving them a specific «vital role in the protection of the environment».
Finally, the analysis continues focusing on the “pressure factor”, a localization criteria which excludes the territories that are not suitable for the placement of waste-disposal plants, whose approval has been contested as it does not fall within the scope of regional powers. The approval of the Global Pact and, in particular, of art. 14, as will be seen, could put an end to this still unresolved dichotomy.

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